Quale liceo classico? Un dibattito carducciano
Cari Carducciani, sovente ripercorriamo il passato, è naturale: si parla della nostra giovinezza, lieta o mesta. Vi mando un articolo del Corriere per parlare del pesente o del futuro del Carducci.
Spero vi susciti causa di discussione.
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_gennaio_08/milano-al-liceo-carducci-esami-di-riparazione-anticipati-e-niente-mezzi-voti-c3cd9108-8ebb-11ed-ae40-41a711fcbe95.shtml
Un saluto a voi tutti.
Stefano Fumagalli
Corriere della Sera, 10 gennaio 2023
Al Carducci di Milano compiti delle vacanze «suggeriti», niente mezzi voti ed esami di riparazione anticipati
di Giovanna Maria Fagnani
La rivoluzione pedagogica al Carducci: meno lezioni frontali e libri di testo, più laboratori e temi sociali. Quinto anno tutto dedicato al Novecento
Adattare i programmi di storia, italiano, scienze, inglese, filosofia, arte, di modo che il quinto anno sia interamente dedicato allo studio del Novecento. Anticipare gli esami di riparazione a luglio, dopo i corsi di recupero estivi «più efficaci di un recupero diluito nel tempo e completamente a carico delle famiglie», per lasciare a studenti un periodo di stacco «e non un purgatorio» (per questo, anche i compiti delle vacanze non dovranno mai essere imposti, ma suggeriti) e per dar tempo agli alunni che lo desiderano di cambiare scuola, senza farlo di corsa a settembre.
Dalla finanza al volontariato
Nelle valutazioni, poi, eliminare il voto mezzo. Invece, introdurre, una volta l’anno, per ogni materia, un compito in classe elaborato e valutato da un team di insegnanti. «Perché è ingiusto che il 6 con Tizio valga l’8 con Caio». In classe, inoltre, stimolare la graduale diminuzione delle lezioni frontali verso attività di laboratorio, ricerca, rielaborazione, dibattito e promuovere anche l’utilizzo di strumenti «meno rigidi, predefiniti e costosi» dei libri di testo. Insegnare, oltre ai contenuti, anche i metodi delle discipline, per stimolare gli studenti a produrne di nuovi. E, guardando all’educazione civica, immergerla nella quotidianità, avvicinare i ragazzi al mondo dei meccanismi finanziari e monetari, alla gestione della contribuzione pubblica, a saper sbrigare pratiche legate a immobili, beni, servizi, stimolare la partecipazione a esperienze di volontariato. È una metamorfosi nell’impostazione pedagogica quella che Andrea Di Mario, preside al liceo Classico Carducci, propone ai suoi circa 100 docenti in un’integrazione all’Atto di indirizzo per l’elaborazione del Piano triennale dell’offerta formativa 2022-25. Il documento, rivolto al collegio docenti, nasce da un lavoro di analisi fatto dal preside con il gruppo di autovalutazione della scuola. Il collegio dovrà ora elaborare un «piano di miglioramento» per dargli attuazione.
I compiti di realtà
E l’intenzione del preside è anche di proporre un sondaggio alla comunità di genitori e studenti. Da cosa si partirà? Non è ancora stato deciso. Oltre ai provvedimenti già citati ve ne sono molti altri. Ad esempio, anticipare le gite ai primi giorni dell’anno scolastico per costruire il gruppo, non trattare le materie come compartimenti stagni e incentivare lo scambio di docenti fra classi. Inserire nella matematica i compiti di realtà (ad esempio analizzare i dati delle indagini proposte sui giornali), nell’inglese lo studio di microlingue scientifiche e professionali. E poi ridurre l’unità oraria ricavando minuti preziosi che, sommati, diventano ore in coda alla mattinata. Ore che saranno dedicate ai progetti e, per i maturandi, a attività di orientamento universitario e preparazione dei test d’ingresso.
«Sostenibilità»
Si parla anche di «sostenibilità dello studio e carichi di lavoro» e c’è l’ipotesi di un «quinto anno orientante», in cui, per avvicinare i ragazzi alla didattica universitaria, si sperimenterebbe una nuova scansione. Ovvero alcuni mesi di spiegazioni e poi settimane dedicate solo a compiti in classe e interrogazioni. «Questo non è un piano dei miei desiderata, né tantomeno un’imposizione — chiarisce il preside —. Molto di ciò che viene enunciato al Carducci c’è già, solo che non è proposto in maniera strutturale. Magari viene attuato da alcuni consigli di classe e da altri no. Con questo atto si valorizza la professionalità e lo spirito di ricerca dei miei insegnanti: ne abbiamo un gruppo straordinario e che è la maggioranza. Senza questi docenti io non potrei fare nulla. Il loro lavoro si vede nei numerosissimi progetti che attuiamo ogni anno. E i risultati li vediamo anche nelle richieste di trasferimento da altri licei al Carducci: quest’anno ne ho 89, e solo 15 richieste in uscita».
Il lavoro in gruppo
Qualche esempio di innovazione già attuata? «Una docente di greco ha proposto un compito in classe a gruppi, coi ragazzi divisi la prima volta in team omogenei e la seconda invece a livelli: i bravi tutti insieme, idem i medi e i meno brillanti. I risultati migliori sono venuti da questi ultimi che, in gruppo, hanno affrontato decisamente meglio la prova». Il modello scolastico in generale, secondo Di Mario, dovrebbe cambiare. «Il Carducci, come tutte le superiori, è una scuola di politica. Insegna democrazia e educazione civica in maniera attiva. La didattica frontale non è una nemica, ma costruire il sapere condiviso è quello che la scuola deve urgentemente fare».
«Ultimo anno dedicato al Novecento»
Si parte dalle radici. «Non è pensabile che a ottobre del quinto anno si stia ancora studiando Manzoni o Foscolo. L’ultimo anno va dedicato interamente al Novecento, alle radici del mondo contemporaneo. La scuola italiana è legata alla storia, si fa storia della letteratura più che letteratura, si procede cronologicamente come l’indice dei libri. E i licei, in questo senso, sono più indietro degli itis e dei professionali, più abituati a problematizzare le materie, a portarle nel contemporaneo».
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