In memoriam
Prof. Salvatore Cavallo
Gent.mi ex carducciani,
scrivo per comunicare che questo pomeriggio è mancato, all'età di 94 anni, il professore Salvatore Cavallo, docente di Italiano e Latino al Liceo Carducci nel corso degli anni 80. Molti ex-allievi ne ricorderanno, oltre alla solida preparazione e alla viva passione per la letteratura, la profonda umanità. Io lo ebbi come insegnante al liceo classico Omero, ove approdò dopo essersi trasferito dal Carducci per avvicinarsi a casa; quando, divenuto a mia volta docente, ebbi un incarico al Carducci, ricordo la sua gioia e il suo entusiasmo per il fatto che avrei lavorato in una scuola che egli serbava nel cuore e che forse si era pentito di avere lasciato.
I funerali saranno celebrati con ogni probabilità martedì pomeriggio nella chiesa di Santa Giustina ad Affori.
Vi ringrazio se vorrete dare questa notizia nella sezione in memoriam del sito.
Cordiali saluti.
Maurizio Zuliani
Salvatore Cavallo è stato mio docente di lettere nei tre anni di liceo al Carducci. Sono stati tre anni di serena maturazione favorita da un Uomo sempre attento e pronto a recepire i segnali dei "suoi" alunni, ben lontano da un insegnamento fatto da sterili nozionismi, capace di trasmettere passioni (Dante soprattutto) e sviluppare ragionamenti e senso critico. Gli abbiamo voluto bene, capendo la sua sofferenza nel piazzarci in una celebre versione di latino voti equiparabili alle temperature invernali della Siberia più remota che, poi, ci fece poi imparare a memoria. Abbiamo imparato tutti a stare lontani dal conformismo espressivo ("il mondo che ci circonda", se scritto nei temi, gli provocava quasi una reazione anafilattica). Ma il regalo più grande,è stato quello di consentirci di mutare il nostro status di compagni di classe in quello di Amici per la vita.
Ha seminato bene, caro Cavallo, sempre in noi.
Marco Moiraghi
sez. H
Egregi fratres carducciani
E' con grande dolore che apprendo la dipartita del professor Salvatore Cavallo, cara immagine paterna. Come presso il mio compagno Marco Moiraghi, anche in me la sua figura si staglia nella memoria, di uomo coltissimo, spiritoso, anticonformista. Egli fu capace di suscitare in noi energie e interessi, dopo la gran quaresima del Ginnasio, opprimente e roccioso come era il Ginnasio di allora.
Scampai alle versioni a memoria per un'influenza adolescenziale, pur avendo meritato un voto da temperatura di tundra gelata. Amava Ammiano Marcellino più che Cicerone ma, fortunatamente, non ci colpì mai con versioni dell'Antiocheno.
Uomo di formazione risorgimentale, socio della Società Mazziniana, ci iniziò a Gibbon, Huizinga (le sue Nubi sul futuro, titolo mal tradotto in italiano ci diceva), Mazzarino e De Sanctis (la Bibbia!). Suoi maestri erano Dante (pochi soldi per comprare la Enciclopedia Dantesca, ora che la smerciano i quotidiani a pochi euro) e Carducci. Odiava Seneca e amava i poeti tardoantichi.
Fu maltrattato al Carducci, diciamolo. Per tutta risposta, ebbe sempre del Carducci uno splendido ricordo.
Un giorno triste: γα?αν ?χοις ?λαφρ?ν
Stefano Fumagalli
Quando arriva il giorno della scomparsa di qualcuno, che in un lontano passato ha segnato profondamente la tua vita, la notizia ti fa tornare molto indietro nel tempo a ricordare quando eri più giovane...
quando andavi al Carducci nei primi anni '80: che aspetto magnifico avevi, e quanti volti e quante immagini tornano alla mente!
Solo che il passato è sempre una bellissima storia che ognuno racconta soprattutto a se stesso, per poi dispensarla a chi capita per più di quel che valga, perché più vai a ritroso con la memoria più belli sono i ricordi che affiorano, mentre quelli brutti uno tende a rimuoverli, anche se forse sono quelli che ti hanno fatto crescere di più.
Ma questa volta è diverso. C'è dell'altro. E proverò a trovare le parole più adatte, anche se so che difficilmente ci riuscirò.
Il professor Salvatore Cavallo non ha solo attraversato la vita di chi lo ha sentito riportare in aula la voce di Dante, Petrarca, Orazio o Sallustio per tre anni di Liceo.
Lui è una di quelle bellissime "persone" che ognuno dovrebbe avere la fortuna di incontrare: un insegnante capace di far trasparire e trasmettere viva e autentica passione per le materie che insegnava e perciò capace di accendere gli animi e le menti voraci di un'adolescenza inquieta, un dono immenso perché in grado di farti piacere e amare per sempre le sue materie, tesori inestimabili di una cultura umanistica che rimarrà dentro di te anche quando un giorno avrai dimenticato tutto.
Un uomo del sud, di non alta statura, probabilmente bruno, abbronzato dal sole che amava, con una discreta pancetta, presto quasi calvo, invecchiato un po' precocemente, ma sempre raffinato, di collere facili ma non durature: sembra il suo ritratto, e in parte forse lo è, mentre è solo la mia libera traduzione di alcuni passaggi con cui Svetonio ci descrive Orazio, forse il poeta classico più amato dal professor Cavallo anche perché suo conterraneo, un poeta i cui versi più noti - se interpretati come ci ammoniva di fare Lui - credo possano aiutare ognuno di noi a recuperare il senso di tante cose, soprattutto oggi in questo periodo di totale incertezza e follia: "Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero".
Grazie di ogni sua lezione, Professore!
Tibi sit terra levis.
Gianluca Mainino
sez. H
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