In memoriam
Ivano Abriotti
ERA IL 1964, OTTOBRE,
inizio dell'anno scolastico, inizio di una nuova avventura: la scuola superiore, il Ginnasio
tutte le quarte in aula magna,
pistolotto del Preside Prof. Bernardino Ferrari,
l'appello.
ero in 4^ H.
il Prof. di lettere, Don Mariano Visalli, essere perfido,
ci conduce in aula, nel seminterrato.
ognuno si sceglie il banco
ognuno si ritrova un compagno di banco.
il mio è Ivano Abriotti.
Passano i mesi ed a Pasqua gli chiedo i suoi programmi.
mi risponde che andrà al paese dei nonni e
mi gira la stessa domanda
ed ottiene la stessa risposta.
dopo il ripetersi reciprocamente la stessa domanda ed ottenere la stessa risposta, scopriamo che,
sebbene in due diverse regioni
i nostri nonni vivono in due comuni limitrofi.
finisce l'anno, io bocciato, lui promosso.
vacanze estive,
ognuno con le sue amicizie ed i suoi impegni vacanzieri, ma ci si vedeva spesso.
quarta e quinta L per me,
poi tutto il liceo in G dove già in prima siamo nella stessa classe,
ma non più stesso banco
continuano le frequentazioni estive
i nonni ci prendevano in giro perchè all'inizio vacanze giravamo in auto si beveva campari e si fumavano marlboro,
a fine estate si girava in bicicletta, non si "aveva voglia" di bere, e si fumavano alfa o nazionali semplici.
Lui Fisica io Architettura al Poli.
spesso anzichè tornare a Sesto andavo a pranzo dai suoi in Via Pacini, ero di famiglia.
la laurea, il lavoro, la famiglia
1980 mi trasferisco a Udine
continuano le frequentazioni.
solo estive
estate 2008
nella casa dei suoi nonni c'è solo la zia
mi dice quest'anno non viene perchè la mamma sta male e non può affrontare il viaggio.
ieri 20.07.2009
preso dalle nostalgie dopo la visita al sito carducciani,
rintraccio il telefono di Ivano,
lo chiamo timoroso di sentirmi dire che la mamma è mancata.
che sollievo,
risponde proprio Lei,
un po di convenevoli, notizie, saluti e le chiedo di passarmi Ivano.
un agghiacciante silenzio, un pianto disperato, la certezza della tragedia, la conferma della tragedia:
"Ivano è morto".
Ivano che doveva chiamarsi Ivan, ma il prete si rifiutò di battezzarlo perchè era un nome comunista (sic!)
Ivano che ha usato la sua vita per accudire sua madre
Ivano che per pigrizia non ho cercato prima ed ora ho mille rimorsi
Ivano.....................
ti ricordo, ti saluto, ti piango
Silvio A. Cicuto
Ivano è un grande portiere, non molto alto, ma un fenomeno tra i pali.
Per anni ha difeso la porta della nazionale Carducci e poi dopo il liceo quella degli O.T. (Old Troions Football Club 64, compagine nata nei cessi del terzo piano).
Poi si è fatto male, ma ogni tanto ci salutavamo caramente incontrandoci in via Pacini.
Adesso starà giocando con Eugenio, Gironi sezione B, terzino chiamato “vecchia mignatta” oltre che chitarra dei Jolly dogs di Bruno Cattaneo: ci stanno aspettando per ricompattare la squadra!
Che tenerissima tristezza.
Ciao Franco Ferrari
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