In memoriam

 

Claudio Rosini

Cari amici carducciani,
ieri sera si è spento un nostro compagno di classe, Claudio Rosini (sezione B, maturità 1981). Lascia la moglie e la figlia diciottenne.
Un abbraccio
Marzio Romano

 

Sono stato compagno di classe di Claudio per alcuni indimenticabili anni, compresa la citata "maturità '81", quando entrambi avevamo scelto come "II materia" filosofia; io gli ero vicino in ordine alfabetico e sostenni l'orale un giorno prima di lui. Fino a quel momento a nessuno era stato chiesto di parlare di Marx, uno dei punti del programma in cui Claudio sperava di far emergere la sua preparazione. E lo chiesero a me. Lui, ovviamente, era a casa per le ultime ore di studio, così decisi di recarmi in bicicletta per la prima volta sino a casa sua, a Cologno Monzese, per dirgli: "Claudio, Marx è andato, concentrati su altro!".
Potrei continuare a lungo, ma non ora. Aggiungo solo un ricordo particolae per la sorella minore Cecilia, anche lei all'epoca appassionata della Francia.
Addio, Claudio, mancherai a tutti
Francesco Ronchi

 

Apprendo con grande dolore la notizia della morte di Claudio Rosini, che è stato mio carissimo allievo nel triennio del corso B al liceo Carducci. Non trovo le parole adatte a esprimere il mio dispiacere, il mio dolore. Qualche anno fa ci eravamo sentiti e ci eravamo scambiati delle lettere sulle vicende della sua vita. Era un ragazzo buono, intelligente, aperto verso gli altri, amatissimo dai suoi compagni di classe. Ricordo che quando doveva essere interrogato veniva a scuola con un abito blu impeccabile. Ricordo anche che quando si andò in gita nelle Marche, ci raggiunse, credo, a Recanati, meta per noi imprescindibile. Ricordo anche, purtroppo, di essere andata a trovarlo a Niguarda quando si ammalò. Era già all'Università. Andò a trovarlo anche la sua professoressa di latino e greco, Ines De Tura, che lui venerava. Quante cose mi vengono in mente. Non so che dire. Vedere andar via i giovani è cosa tristissima. Abbi pace, caro Rosini. La tua insegnante di italiano (per non perdere l'abitudine) ti manda questa poesia di Kavafis , perché ti accompagni nel viaggio verso Itaca. Ti sia lieve la terra. Addio
Anna De Simone

VOCI
Voci ideali e amate
di quanti sono morti, di quanti
sono per noi perduti come i morti.
A volte ci parlano nei sogni,
a volte le ode la mente tra i pensieri.
Col loro suono riemergono un istante
suoni della poesia prima della vita –
come di notte una musica che in lontananza muore.

C. Kavafis, trad. N. Crocetti